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Lezioni Dì Verità: Comprensione spirituale

Beato è l'uomo che ha trovato sapienza, e l'uomo che ottiene intelligenza. Poiché il guadagno ch'essa procura è preferibile a quel dell'argento, e il profitto che se ne trae vai più dell'oro fino. Essa è più pregevole delle perle, e quanto hai di più prezioso non l'equivale. Larghezza di vita è nella sua destra; ricchezza e gloria nella sua sinistra. Le sue vie son vie dilettevoli, e tutti i suoi sentieri sono pace. Essa è un albero di vita per quei che l'afferrano, e quei che la ritengon fermamente sono beati. (Prov. 3:13-18).

A costo di quanto possiedi, acquista intelligenza. (Prov. 4:7).

Cos'è questa comprensione, dall'acquisto della quale tanto dipende? E' forse un'erudizione ottenuta per aver profondamente indagato in libri che sono opera di uomini? 0 è forse una cognizione acquisita con lo studio dei minerali (geologia), delle stelle (astronomia), o del corpo umano (fisiologia)? No, in verità, perchè quando mai tali cognizioni hanno assicurato la vita, la pace e mezzi di godimento, con ricchezze ed onori?

2. La comprensione è una nascita spirituale che rivela Dio all'anima. Gesù toccò la profondità dell'argomento allorché, dopo aver fatto una domanda ai discepoli (domanda a cui ognuno di essi rispose seguendo la propria percezione intellettuale), rivoltosi a Pietro ottenne da questi una risposta basata non su ragionamento estrinseco, ma su schietta intuizione. Perciò disse a Pietro: « Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perchè non la carne ed il sangue t'hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli » (Matt. 16:17).

3. Si può avere una percezione intellettuale della verità : si può senza sforzo concepire Dio come sorgente di ogni dono — della vita, della salute, dell'amore — come già è avvenuto per secoli e secoli. Si può anche andare oltre e rendersi conto intellettualmente che Dio non è soltanto il Datore, ma è il Dono in se stesso; cioè ch'Egli è vita, è salute, è amore, in noi. Ma se ciò non viene « rivelato dal Padre mio che è nei cieli », esso non sarà di alcun beneficio pratico per nessuno.

4. Questa rivelazione della verità alla consapevolezza di una persona è comprensione spirituale.

5. Taluno può dire a sé stesso, o altri può mentalmente dirgli e ripetergli a più riprese che sta bene, che è sapiente, che è felice, e nel campo dell'intelletto umano tale affermazione può arrecare un certo beneficio, facendo sì che per un periodo di tempo vengano salute, sapienza, felicità. Ciò è semplicemente ipnotismo o cura psichica; ma sino a tanto che nel profondo dell'anima non sorge la consapevole unione con Dio, sin tanto che non si percepisce la sorgente di ogni sapienza, benessere e gioia esistente nel proprio essere, pronta per la soddisfazione di ogni richiesta, non si sviluppa la comprensione spirituale.

6. Tutti gli insegnamenti di Gesù ebbero lo scopo di guidare l'uomo verso la consapevolezza della sua unione con il Padre. Gesù dovette in principio insegnare le cose esteriori all'uomo, perchè in quei tempi, come anche oggi, l'uomo viveva nei rapporti esteriori; perciò egli incitò ad amare i propri nemici, a fare del bene al prossimo, ecc. Erano questi i primi passi; una specie di potatura delle punte estreme dei rami: erano passi che conducevano al luogo dell'adempimento, dove finalmente il Maestro avrebbe potuto dire qualcheduna delle « tante cose » che prima non si « sarebbero potute comprendere ».

7. Egli parlò allora del Consolatore che sarebbe stato percepito dagli uomini, che avrebbe insegnato e rivelato « le cose profonde di Dio », anche mostrando le cose a venire. In altre parole, egli insegnò a quegli uomini semplici ed ignari del mondo, come avrebbero potuto trovare in loro stessi il resno dei cieli, il regno dell'amore, della potenza, della vita.

8. La discesa del Consolatore nei loro cuori e nelle loro esistenze, apportante supremazia su ogni forma di peccato, malattia, o dolore, ed anche sulla morte, è precisamente ciò che noi intendiamo per comprensione spirituale, o realizzazione. Il potere risultante dal riconoscimento del Padre in noi, è identico per noi oggi a quello che fu per coloro a Cui parlò il Nazareno; anzi maggiore, perchè non diss'egli: « Voi farete opere maggiori di queste »?

9. Tutti i capitoli precedenti non sono stati che semplici punti di appoggio conducenti ad un solo scopo : al risveglio della consapevolezza della costante Presenza immanente, che rivela ad ogni anima d'essere il tempio in cui dimora l'Iddio Altissimo. « Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi? » (1 Cor, 6:19).

10. Non è di alcuno il poter rivelare Dio ad altri. Colui che ha imparato può indicare ad altri la via da seguire per ricercare e trovare Dio, ciascuno entro la propria anima. La nuova nascita al riconoscimento delle facoltà e possibilità spirituali è proprio come il vento che « soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né donde viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito » (Giov. 3: 8), E' uno svolgimento che si opera nel silenzio, nell'invisibile.

11. La cultura si può comperare e vendere; la
comprensione, o realizzazione, no. Un uomo per
nome Simone una volta tentò di comperare da altri
il potere dato dalla comprensione spirituale; « ma
Pietro gli disse: Vada il tuo denaro teco in perdizione, poiché hai stimato che il dono di Dio si acquisti con denaro. Tu, in questo, non hai parte ne sorte alcuna; perchè il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio» (Atti 8:20,21).

12. Né lacrime né suppliche possono procurare la comprensione spirituale. Innumerevoli persone hanno tentato il metodo di Simone, ma parimenti non hanno ricevuto quello che ardentemente, ma senza cognizione, chiedevano. Non lo hanno ricevuto perchè non hanno saputo come prendere ciò che Dio liberamente offriva. La comprensione spirituale, ossia la consapevolezza dello Spirito immanente, non è di colui che agisce per motivo egoistico o per desiderio del potere da essa conferito. « Domandate e non ricevete, perchè domandate male per spendere nei vostri piaceri » (Giac. 4:3).

13. La comprensione, o realizzazione della presenza di Dio nell'uomo è, come dice Pietro, « dono di Dio », Viene a tutti coloro che sanno cercarla giustamente. Emerson dice: « Questa energia (consapevolezza divina dell'anima) non discende nella vita individuale se non a condizione dell'intero possesso. Viene all'umile ed al semplice; a chiunque allontana da sé ciò che è estraneo ed altezzoso; viene come percezione, come serenità e grandezza. Quando noi vediamo coloro nei quali essa alberga, dobbiamo valutare nuovi ordini di grandezza. A causa di questa ispirazione (consapevolezza), l'essere dell'uomo è trasformato, così ch'egli non parla più agli altri tenendo conto delle loro opinioni personali; egli è semplice e sincero, non cerca le raffinatezze, gli amici eleganti... le avventure; non vuole essere ammirato, ma vive nell'ora attuale ».

14. « Voi mi cercherete e mi troverete, perchè mi cercherete con tutto il vostro cuore » (Ger. 29 : 13). Nel giorno in cui più che la ricchezza, gli onori, il potere e la gloria personale, sarà desiderata la comprensione spirituale, quel giorno la rivelazione di Dio scenderà nell'anima, elevandola alla consapevolezza della Presenza Divina immanente, che è vita, forza, potere e pace.

15. E' possibile desiderare una parziale rivelazione di Dio in se stessi — una rivelazione unilaterale, come ad esempio di salute — e volere questa con « tutto il cuore ». In tal caso, il sapere come conquistare il dono desiderato, e cioè affermando tenacemente ch'esso è già posseduto, produrrà la comprensione, ossia realizzazione di Dio quale Salute perfetta immanente. Lo stesso è da dirsi per ogni altro dono divino. Questo non è che un passo nella retta via: è l'imparare ad impossessarsi di Dio mediante la via della fede per la realizzazione del desiderato. Procedendo nella buona via, avverrà un momento in cui l'anima sentirà in se l'incitamento della Voce divina di salire: « Sali più in alto »; essa allora andrà al di là dei meri desideri egoistici, che soddisfanno solo al benessere personale. Tale anima vorrà liberamente il bene per poterne fare parte agli altri, sapendo che Iddio, il Sommo Bene, fluendo sugli altri per suo mezzo, rende « l'uomo tutto intero » (Giov. 7:23).

16. Al principio del regno di Salomone sopra
Israele, la Presenza divina apparve in sogno una notte al re e gli disse: « Chiedi ciò che vuoi ch'io ti dia ». E Salomone rispose: « Da' al tuo servitore un cuore che comprenda ».

17. « E questo piacque al Signore che Salomone gli avesse chiesto una tal cosa ».

18. « E il Signore disse a Salomone: Perchè tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, ne ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato la comprensione per discernere il giusto:

19. « Ecco io ho esaudito la tua parola, e ti ho dato un cuore comprendente e di tanta intelligenza che nessuno è stato simile a te per lo innanzi, e nessuno lo sarà mai in appresso.

20. « E oltre a questo, quelle cose ancora che tu non hai domandato, io te le darò; vale a dire, la ricchezza e la gloria; talmente che non vi sarà durante tutta la tua vita alcuno fra i re che possa esserti paragonato ».

21. In tal modo perdendo di vista tutti i beni del mondo, tutti i fini egoistici, e desiderando sopra ogni altra cosa un « cuore comprendente » (ossia, la consapevolezza spirituale del Dio in lui quale sapienza, vita, potere), Salomone ricevette in più tutti gli altri beni, così che non vi era nessun altro che avesse al pari di lui tanti beni temporali. « Cercate prima il regno (consapevolezza) di Dio e la Sua giustizia; e tutte queste cose vi saranno date in più ». « Perchè chi vorrà salvare la sua vita (chi posa il cuore nel bene materiale), la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio (ossia, chi è disposto a dimenticare i beni di questa vita per amore della verità, desiderando sopratutto di trovar Dio nella sua anima), la troverà » (Matt. 16:25).

22, Non si ottiene la comprensione spirituale
subito quando la si desidera. La vita da tanto tempo
è stata vissuta esteriormente all'essere; l'uomo si è
creduto staccato da Dio. Perciò il primo passo dopo
essere « ritornati in noi stessi » sarà quello di « le
varci ed andare dal Padre », cioè, distogliere i pen
sieri dall'esterno e dalle apparenze, per rivolgerli
invece verso ciò che è all'interno ed è reale. Dob
biamo intellettualmente riconoscere di non essere
separati da Dio, ma ch'Egli invece è sempre pronto
a manifestarsi in noi quale nostra liberazione da
tutte le sofferenze e dai « peccati ». Così come inse
gnò Gesù, cominciamo il cammino verso la com
prensione, tagliando i rami dell'egoismo; cerchiamo
di amare invece di odiare; anziché della vendetta,
si usi del perdono, anche se ciò richiede un grande
sforzo mentale. Del pari cerchiamo di negare l'in
vidia, la gelosia, la collera, le malattie, ed ogni im
perfezione in genere, ed affermare invece l'amore,
la pace, la salute.

23. Bisogna cominciare con le parole di verità
già imparate e che in un primo tempo forse colpi
rono il solo intelletto. Bisogna adattarci a ricevere
la prima luce che ci perviene ed adoperarla fedel
mente e seriamente per l'aiuto proprio ed altrui.
Talvolta il principiante si troverà quasi sopraffatto
dalle domande e dai dubbi che sorgeranno nella mente. sopratutto quando cercherà invano di scorgere dei risultati. E' necessario superare energicamente questo stadio d'incertezza; poi, un giorno, nella pienezza del tempo di Dio, mentre pronunzie-rà le parole di verità, una luce improvvisa lo illuminerà, sicché esse diverranno parole di vita nell'intimo dell'essere — la vera « luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo »: non sarà più nella oscurità, perchè la luce si troverà nell'anima, ed allora (da parola sarà fatta carne»; cioè, sarà consapevole di una vita nuova e più divina nel corpo, di un amore nuovo e divino per tutta la gente, di un potere nuovo e più divino di agire.

24. Tutto questo è comprensione spirituale, Tutto questo è l'apparizione dell'Altissimo nella consapevolezza. « Le cose vecchie son passate; ecco, son diventate nuove!» (II Cor. 5: 17). Non più l'opinione altrui motiverà il comportamento; ogni riflessione sarà semplice e vera. Si cesserà dal desiderare l'ammirazione; le parole di felicitazione per successi riportati susciteranno nell'animo un senso di estrema umiltà. Sarà allora che ogni adulazione diventerà « un rame risonante o uno squillante cembalo ». In verità, tale ispirazione trasforma l'uomo!

25. Con la comprensione spirituale aumenta anche la capacità d'interpretazione della Bibbia. Lo Spirito di Verità, che è venuto a dimorare sempre nella consapevolezza, presenta ad essa le profonde verità di Dio, svelandone il significato, di modo che non v'ha più necessità di andare alla ricerca di maestri e guaritori metafisici, per buoni che siano. La immanenza della lucifera verità sarà la Parola vivente che « guida in ogni Verità ».

26. Occorre cercare questa rivelazione del Cristo vivente nell'uomo, ognuno per sé, poiché è evidente che solo l'espressione di questa divinità, per mezzo nostro, potrà farci realizzare potenza e felicità.

27. Se pure ignorato, è vivo certamente in ogni cuore il desiderio di questa nuova nascita ad una vita superiore mediante la comprensione spirituale. Ognuno desidera maggiore forza, maggior benessere, maggiore gioia. Sebbene a certe menti ciò possa sembrare un desiderio di ricchezze e di doni materiali, in realtà non è che il bisogno imperioso di esprimere maggiormente la propria natura divina; giacché ogni bene è Dio.

28. Molti oggi si rendono conto che tale intima aspirazione non può essere soddisfatta mediante la conquista di beni materiali; perciò cercano con tutta l'anima questa comprensione spirituale, o consapevolezza di Dio. Essi hanno cercato a lungo, e con grande altruismo, una realizzazione che permettesse loro di beneficare altri, intuendo che l'avrebbero raggiunta allorché avessero pienamente trovato Iddio. Il servizio fedele al prossimo è precisamente quello che affretta lo spuntar del giorno a chi fa tale opera benefica. I doni di Dio non sono dati in premio per un servizio fedele, così come una madre affettuosa dà i dolci al figliuolo che è stato huono: essi sono nondimeno una ricompensa, dato che il servizio è uno dei gradini che conduce alla percezione della pienezza di Dio, sempre a disposizione dell'uomo.

La comprensione spirituale è in realtà un « dono divino », ma questa sorge più o meno tardi, nella misura in cui è fatto impiego altruistico della verità già percepita.

29. Troppo introspezione, troppo di quella che generalmente viene chiamata « ricerca spirituale », può essere nociva anziché utile al fine desiderato: lo sviluppo spirituale. Tale atteggiamento potrebbe essere considerato come una specie di egoismo spirituale, benché ciò sembri un paradosso. Dal principio alla fine del suo ministerio, Gesù insegnò di dare di quanto si possiede a chi non ha.

30. « Il digiuno di cui io mi compiaccio non è egli questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi, e che s'infranga ogni sorta di giogo?

31. « Non è egli questo : che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl'infelici senz'asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch'è carne della tua carne!

32. « Allora la tua luce spunterà come l'aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell'Eterno sarà la tua retroguardia. Allora chiamerai, e l'Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: Eccomi!...

33. « Se l'anima tua supplisce ai bisogni dell'affamato, e sazia l'anima afflitta, la tua luce si leverà nelle tenebre, e la tua notte oscura sarà come il mezzodì.

34. « L'Eterno ti guiderà del continuo, sazierà l'anima tua nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; e tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai » (Isaia LVIII, 6-11).

35. L'inazione è morte. Un laghetto non può serbarsi limpido, bello e fresco, se non ha una fonte d'immissione ed uno sbocco. Ad ogni essere spetta di tenere lo sbocco aperto, ed a Dio di far sì che la corrente scorra in ed attraverso di esso. Se non si usa a beneficio degli altri ciò che Dio ha già dato, ben lunga e faticosa sarà la via che conduce alla comprensione spirituale.

36. Si fanno degli sforzi sovrumani e snervanti per ottenere piena comprensione, proprio come talvolta avviene per persone zelanti ed allo stesso tempo ignoranti delle leggi divine che implorano da Dio « il battesimo dello Spirito Santo come nel giorno della Pentecoste ». Gesù disse: « Molte cose ho ancora da dirvi; ma non son per ora alla vostra portata » (Giov. XVI, 12). E' possibile avanzare solo usando a beneficio altrui la luce e la conoscenza acquisite. Lo sviluppo viene solo col progresso lungo la via del discernimento spirituale, sino a che, al momento giusto — cioè col giungere al punto dì maturità adatto, automaticamente si è preparati a comprendere le « molte cose » prima ignorate — si riceve quello che il cuore desidera: la comprensione spirituale.

37. Bisogna che ognuno cerchi il proprio Dio. Ognuno prenda quella luce che già gli si rivela e l'adoperi in aiuto del prossimo; constaterà cosi quanto c'è di vero nella profezia di Isaia: « Allora la tua luce spunterà come l'aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente ».

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